Predappio: il valore di un gesto, la forza della coerenza

Domenica 26 ottobre, Forza Nuova ha partecipato alle celebrazioni di Predappio affinché un simbolo di memoria e appartenenza — il saluto romano — tornasse ad essere parte delle cerimonie di commemorazione di Benito Mussolini. E così è stato.
Non si tratta, come qualcuno vorrebbe ridurre, di una questione di forma.
Quel gesto racchiude un significato profondo: è un segno di fedeltà, di memoria, di continuità spirituale e ideale con chi ha creduto e combattuto per una visione del mondo. È un saluto che attraversa i decenni, una dichiarazione di appartenenza a una comunità di destino, non a una moda politica.
Nella storia accade spesso che movimenti, ordini, vocazioni nate da ideali alti finiscano col piegarsi a compromessi: il medico che dimentica la sua vocazione per il profitto, il sacerdote che smarrisce la Fede, il militante che rinuncia al proprio simbolo per paura o convenienza.
Ma chi dimentica il significato dei propri gesti tradisce sé stesso prima ancora che la propria storia.
Come ricordava Benito Mussolini, “la rivoluzione è continua”: ogni giorno bisogna “ripulire gli angoli polverosi della borghesia”.
Tradotto nel presente: difendere ciò in cui si crede, senza timori e senza compromessi.
A Predappio, tra le forze dell’ordine, ho alzato il braccio da solo.
Perché ci sono momenti in cui la solitudine è parte della leadership, del sacrificio, della testimonianza.
Nella solitudine della cella, nell’impegno silenzioso, nella battaglia in cui si resta l’unico a credere — lì si misura la coerenza, lì si imita Cristo.
Roberto Fiore
Segretario Nazionale – Forza Nuova
0 commenti