9 OTTOBRE 2021, INTERVISTA ESCLUSIVA A ROBERTO FIORE

Pubblicato da Segreteria Nazionale il

di Gloria Callarelli

E’ arrivata la condanna nel processo d’Appello del rito abbreviato per gli imputati sui fatti del 9 ottobre. In quest’intervista esclusiva con il leader e fondatore di Forza Nuova, Roberto Fiore, scopriamo quello che effettivamente è il significato politico e simbolico di una data epocale che il sistema vuole assolutamente cancellare.

𝐍𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐩𝐩𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝟗 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐚𝐛𝐛𝐫𝐞𝐯𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐢 𝐞𝐫𝐚 𝐬𝐯𝐢𝐥𝐮𝐩𝐩𝐚𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐨𝐭𝐭𝐢𝐦𝐢𝐬𝐦𝐨; 𝐬𝐮 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐢 𝐛𝐚𝐬𝐚𝐯𝐚 ? 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐢 𝐞̀ 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐯𝐚𝐭𝐢 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐜𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐟𝐫𝐞𝐝𝐝𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐚𝐧𝐧𝐚?

Il processo del 9 ottobre è un processo estremamente complesso, diviso in processi ordinari ed in abbreviati: quello di cui parliamo è appunto quello abbreviato in Corte d’Appello a Roma che aveva visto come fatto nuovo l’innesto nel processo di prove documentali che attestano le falsità dette in sede di giudizio ordinario dal capo della Digos, dott. Silvestri e da altri agenti di Polizia, oggi sotto processo per falso e calunnia presso lo stesso Tribunale di Roma. Questo dato, altamente inquinante, è il primo pilastro sul quale regge la narrativa della difesa e che in termini più politici cozza con la pseudo verità di una “manifestazione sfociata in devastazione della CGIL” mostrando un altro scenario e cioè quello di una grande risposta di popolo contro un Regime tirannico che prende la strada di una deriva cinese e distopica che culminava con l’obbligatorietà del Green Pass e la perdita del lavoro per centina di migliaia di lavoratori.
Si sperava che il dottor Tommaso Picazio, che presiede il tribunale, registrasse questo cambiamento avvenuto durante le drammatiche udienze del processo ordinario e concludesse derubricando il reato di devastazione in danneggiamento. Infatti Il reato di devastazione ( peraltro di dubbia costituzionalità ) può avvenire nel contesto di un “attacco all’ordine pubblico” che sarebbe stato giustificato nel momento in cui la manifestazione, che si svolse da Piazzale Flaminio alla CGIL, fosse stata una manifestazione sediziosa e non autorizzata. La realtà processuale ha però dimostrato che la manifestazione non era sediziosa ma pacifica e certamente autorizzata. La sentenza della Corte d’Appello ha dimostrato una pericolosa empasse del sistema giudiziario che non riconosce le verità che emergono dal suo stesso seno.

𝐀𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐮𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐢 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐝𝐢𝐫𝐞 𝐚 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫 𝐫𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́?

In un Paese normale alla presenza di tante prove e tanti elementi che, non solo scagionano gli imputati, ma arrivano a gettare ombre sulla polizia e sugli inquirenti, il processo sarebbe stato bloccato e la concentrazione dei media sarebbe indirizzata ai procedimenti che dovrebbero emergere nei confronti degli esponenti del Regime per falso, calunnia e gravi omissioni nella raccolta delle prove . Ciò non è avvenuto perché il Regime riconosce una pericolosità politica estrema a quel popolo che, enorme e cosciente, si riversò nelle strade prima di Roma poi di Milano, di Trieste e così in tutta Italia e che mantiene il riferimento a quella avanguardia che fu poi gettata nelle carceri.

𝐂𝐡𝐞 𝐩𝐞𝐬𝐨 𝐡𝐚 𝐢𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐢𝐥 𝐠𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐌𝐞𝐥𝐨𝐧𝐢?

La genesi della presa del potere della Meloni e di Fratelli d’Italia nel settembre del 2022 ha anch’ essa origine il 9 ottobre. FDI aveva una posizione che si poteva sovrapporre a quella di molti manifestanti: il partito della Meloni era contrario all’obbligatorietà del Green Pass. Il sistema profondo che impazzisce per le oltre 100 mila presenze alla manifestazione, decide di criminalizzare quella lotta e di compiere un vero e proprio atto eversivo nei confronti dei manifestanti e di coloro che guidavano la manifestazione. Questa operazione passa attraverso un accordo con esponenti dell’ attuale governo. Il centrodestra, infatti, decide di chiedere la messa al bando di Forza Nuova e di mutare la verità; nell’intervento al congresso della CGIL, l’ attuale presidente del Consiglio disse che le violenze che si erano registrate negli ultimi tempi in Italia “avevano origine nella famosa giornata del 9 ottobre quando elementi dell’estrema destra attaccarono la CGIL”. La Meloni qui fa finta di non sapere che non furono elementi dell’estrema destra, ma fu un popolo enorme che chiedeva giustizia e libertà a recarsi di fronte alla CGIL per poter lì manifestare: la giornata degenerò per l’ intervento degli infiltrati del regime che ferirono donne e anziani, perdendo allo stesso tempo la piazza e il lume della ragione. L’ infiltrazione ha il suo momento culmine quando uno degli infiltrati dei “moti ondulatori” apre la porta della CGIL dopo aver sfondato la finestra. Il pactus sceleris che suggella la deriva antipopolare è la promozione di Piantedosi da Prefetto di Roma a ministro degli Interni. Voglio ricordare che il Prefetto è colui che gestisce la presenza e conosce le identità di tutti gli infiltrati durante una manifestazione. L’unico che con certezza sapeva quanti carabinieri o Ps in borghese o servizi segreti fossero presenti e che compiti avessero. Per l’ On Zanettin di Forza Italia, che ha presentato una interrogazione parlamentare (senza ottenere alcuna risposta), Piantedosi deve conoscere anche il nome del famigerato agent provocateur che aprì la porta alla CGIL. Probabilmente per un accordo siglato in quelle ore gravi e oscure, Piantedosi mantiene un silenzio che gli permette di divenire poi Ministro degli Interni. Piantedosi al governo è il suggello di un accordo fra poteri polizieschi, media, Fratelli d’Italia ed il Deep State.

𝐐𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐥𝐨 𝐒𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐏𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐮𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐞̀ 𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐮𝐭𝐨 𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝟗 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝐟𝐢𝐧𝐨 𝐚 𝐨𝐠𝐠𝐢? 𝐄 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐮𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐮𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐯𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐞 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨?

Il regime non vuole mollare la presa e vuole rendere fatto che l’ “aggressione fu di estrema destra e volta a turbare l’ ordine pubblico” condannando decine di manifestanti. Noi abbiamo però due strade da percorrere. La principale è quella tecnico-giudiziaria che impone da parte nostra l’utilizzo di tutti gli strumenti a nostra disposizione per mettere in crisi quello che è un vero e proprio potere nascosto che può consigliare o meglio imporre ai magistrati il percorso da compiere. Palamara nel suo libro parla di un’associazione che è estrema nel suo modus operandi e che impone le sue volontà. Ci saranno dei giudici sufficientemente liberi che avranno il coraggio di andare verso la vera verità e la più giusta giustizia? La seconda possibilità invece appartiene più alla nostra storia politica: nelle prossime settimane, proprio per l’avvicinarsi di diverse sentenze sul 9 ottobre, è necessaria una mobilitazione popolare basata sullo spirito del 9 ottobre e volta ad assicurare verità storica e sentenze giuste per quella che è stata la più grande sfida al potere mafioso ed atlantista dal ’45 ad oggi. Quel potere che ha quintuplicato l’immigrazione, che sta cercando di far passare le teorie gender o di transizione ecologica e digitale e che ha portato l’ Italia in guerra. Il popolo del 9 ottobre tornerà a dar vita ad un importante movimento prima di protesta, poi di lotta e infine di vittoria che si svilupperà nei prossimi mesi parallelamente alle elezioni europee. Una rivoluzione che mira a cambiare radicalmente lo stato delle cose che rischia altrimenti di uccidere il nostro popolo.
Ma si sa… la Rivoluzione è come il vento, non la si può fermare, al massimo le si fa perdere tempo.

Fonte : Fahrenheit online

Categorie: Media

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